MONEYHORSE

I principi di acquisto cavalli della Scuderia Circoletto Rosso

Chiariamo subito che non è un metodo per fare soldi con i cavalli, operazione tutt'altro che scontata specialmente per la categoria proprietari. Diciamo però che è un metodo per spenderli, quantomeno, bene.

Est modus in rebus” diceva Orazio. Come dire che deve esserci un metodo dietro ogni cosa che intraprendiamo.

Moneyhorse (è un nome come un altro anche se ha una ispirazione cinematografica che capirete tra poco) delinea il metodo con cui proviamo a sviluppare il nostro impegno in questo sport.

Ci sono diversi metodi di acquistare un cavallo da corsa, la sua morfologia, la provenienza genealogica, l'intuito, il colpo d'occhio, le sue movenze. Tutti sono leciti e complementari tra loro. Noi pensiamo che esista anche un'altra componente che deve aggiungersi ed armonizzarsi alle sopra citate. La componente statistica, quella cioè su cui si fondano i rating previsionali, la cronometricità delle frazioni, gli incroci genealogici.

Leggendo le statistiche è possibile infatti trovare dei valori dove pochi altri li vedono. Un celebre film sul baseball, L'arte di vincere, racconta appunto di questo che descrive così:

Tanti giocatori vengono ignorati per una vasta gamma di preconcetti e presunti difetti di età, di fisico, di personalità, di ruolo…sono cioè scartati per qualche ragione non necessariamente determinante. Ci potrebbe essere un'isola di giocatori difettosi adatto alle nostre tasche che potrebbero portare all'obiettivo finale.

Dice in pratica che la qualità non è necessariamente sinonimo di perfezione e a volte si può nascondere dietro ad alcuni apparenti o anche sostanziali carenze. Questa storia non esiste soltanto nel baseball ma è quanto più vera ed attinente nei cavalli da corsa.

Moneyball 2

La qualità che esprime un cavallo è un mix di fattori interconnessi tra loro dietro cui stanno dei parametri da analizzare e poi pesare specialmente prima di un acquisto, per esempio, di un puledro.

La sua morfologia, genealogia, movenze possono essere integrate e confrontate dall'analisi delle caratteristiche e performances dei suoi consanguinei per esempio, da cui è possibile trarre un rating previsionale. Certo potrà non corrispondere esattamente al rating espresso dalle prestazioni del cavallo, ma potrà contribuire positivamente ad orientare una scelta determinando una base di aspettativa non casuale.

La scelta di un cavallo da corsa deve essere preceduta da alcune domande indispensabili.

Cosa voglio correre, come voglio correre, quando voglio correre, dove voglio correre e quanto, naturalmente, voglio spendere.

Un cavallo in training costa mediamente, ammesso che corra almeno 5-10 corse annue, euro 18.000. I brocchi costano quanto i campioni insomma. Oltre a questo va inclusa la quota annuale di ammortamento del prezzo di acquisto.

Visto che il mantenimento è una voce pesante, è normale ricercare, all'interno di una determinata fascia di budget, la migliore qualità possibile in modo da avere soggetti che possano teoricamente almeno mantenersi.

Facciamo due schemi, da prendere come esemplificazione di quanto stiamo scrivendo.

1. Cavallo di hc minima (rating 70-80), prezzo di acquisto euro 3.000/5.000.
Ammortamento (3 anni): euro 1.500 – Pensione all in: euro 18.000 = euro 19.500 costo annuo.

Se i costi sono certi, gli attesi ricavi meno che mai. Vero. Ma si può, come in ogni business plan, provare a stabilire delle previsioni di ricavo in base allo storico, alle statistiche e alle aspettative.

La pianificazione e programmazione di un acquisto devono includere a questo aspetto.

Un cavallo che corre e resta negli hc minima (sotto euro 2.000) difficilmente potrà vincere oltre euro 10.000/anno (su 12 corse, dovrebbe vincere 3 hc e fare 4-5 buoni piazzamenti almeno).

Moneyball 1

2. Cavallo di hc medio (rating 80-90), prezzo di acquisto euro 7.000/9.000.

Un cavallo che corre e resta negli hc medio (sotto euro 4.250) difficilmente potrà vincere oltre euro 15.000/anno (su 12 corse, dovrebbe vincere 3 hc e fare 4-5 piazzamenti almeno).

Costo: euro 18.000 (pensione) + euro 2.750 (ammortamento acquisto) = euro 20.750 costo annuo.
Ricavi: euro 15.000/anno

3. Cavallo di hc principale/condizionata (rating 90-100), prezzo di acquisto euro 13.000/15.000.

Un cavallo che corre e resta tra cond/hc principali (premio) difficilmente potrà vincere oltre euro 20.000/anno (su 10 corse, dovrebbe vincere 2 hc e fare 4-5 piazzamenti almeno).

Costo: euro 18.000 (pensione) + euro 4.750 (ammortamento acquisto) = euro 22.750 costo annuo.
Ricavi: euro 20.000/anno.

4. I cavalli da Listed o Gruppi per adesso lasciamoli da parte. Ne parliamo a voce.

Questi numeri sono naturalmente a titolo di esempio perché la pratica non corrisponde certo a questa rigida schematizzazione; evidenziano, però, la questione che vogliamo sottolineare che è quella di costruire in modo logico l'acquisto di un cavallo arrivando ad avere delle aspettative attendibili e sensate fatte sulla base di una analisi di rating, adattabilità e programma. Allo stesso tempo la ricerca della qualità, essendo limitata dai budget disponibili, deve forzatamente scavare in tutti quei dati ed informazioni che raccontano la storia di un cavallo.

L'ippica non può essere canonizzata, e non pretendiamo certo di farlo. Sarebbe però sbagliato pensare, e quindi sottovalutare, il fatto che non esistano dei parametri che la definiscono. Le linee, genealogiche o di rating agonistico, costituiscono il fondamento dell'ippica e seppure da bilanciare con tutte le variabili possibili (terreno, monta, condizione, schema, tracciato, peso) rappresentano una base attendibile sulla quale effettuare una scelta di acquisto, corsa o giocata stessa.

Fare ippica in Italia oggi è una follia, tutto sommato anche viverci lo è diventato specialmente per chi ha voglia di fare sul serio. Se proprio non si vuole rinunciare a farla, almeno che sia fatta non soltanto con passione ma con testa e logica. Sarà decisamente più divertente e, magari, remunerativo.